56 – CGIL CISL E UIL: PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE NELLA GIUSTIZIA

/ Marzo 7, 2019/ Ministero della Giustizia

FP CGIL, CISL FP e UIL PA hanno sempre tenuto nel Ministero della Giustizia un comportamento responsabile volto a conseguire, attraverso il dialogo con la controparte, il massimo ristoro delle legittime rivendicazioni dei lavoratori, tenuto conto della gravissima situazione della Giustizia. Il punto di svolta è stato l’accordo del 26 aprile 2017 che, insieme all’art. 21 quater della legge 132/2015, ha finalmente previsto, anche per i lavoratori dell’ORGANIZZAZIONE GIUDIZIARIA, la RIQUALIFICAZIONE ossia progressioni giuridiche ed economiche, dentro e tra le aree, per tutte le qualifiche professionali.

L’attuazione dell’accordo del 26 aprile è in massima parte rimasta al palo. Tutti i termini ivi previsti sono stati violati e, mentre le progressioni economiche languono (l’inquadramento dei vincitori delle progressioni 2017 è di là da venire mentre i bandi delle progressioni 2018, a circa due mesi dalla sottoscrizione dell’accordo, non sono stati ancora pubblicati), nulla si sa delle progressioni giuridiche nelle aree (cioè dei cambi di profilo) e tra le aree (transito degli ausiliari in area seconda e dei contabili e degli assistenti informatici e linguistici in area terza) nonché dello scorrimento integrale delle graduatorie per funzionari giudiziari e funzionari NEP formate in applicazione dell’art.21 quater, scorrimento che, secondo quanto convenuto, dovrebbe essere completato entro il mese di giugno 2019. Eppure, particolarmente su quest’ultimo punto, dovrebbe essere interesse innanzitutto dell’amministrazione utilizzare le predette graduatorie per dotare gli uffici di nuovi funzionari atteso che entro fine anno, anche a causa della applicazione della cd “quota 100”, le predette figure professionali letteralmente si svuoteranno causa massicci pensionamenti. Se si eccettuano frammentate notizie giornalistiche, nulla si sa anche in tema di fabbisogno di personale, di politiche assunzionali e di stabilizzazione dei precari. Nonostante decine di richieste nulla è stato fatto per sbloccare la mobilità ordinaria del personale, per sanare le inefficienze dell’Amministrazione Centrale e della DGSIA, per risolvere le pregnanti questioni legate al mondo UNEP, a partire dalla omessa attuazione dell’art.492 bis CPC, il quale consente il collegamento telematico diretto alle banche dati delle pubbliche amministrazioni per la ricerca dei beni da pignorare, salvo l’avvio di un tavolo tecnico del quale non si è saputo più nulla. Eppure la tutela del credito rappresenta incontrovertibilmente un fattore di sviluppo economico e un motore di attrazione degli investimenti mentre la mancata attuazione della predetta norma impedisce di fatto agli ufficiali giudiziari di poter svolgere efficacemente e con le garanzie disposte dalla legge il proprio lavoro. Nell’ambito delle normative sopracitate ci è inoltre la previsione di rimodulazione dei fabbisogni previsti all’interno di ciascuna area professionale: anche in questo si registra un inaccettabile ritardo e nessuna informazione alle parti sociali su come si intende procedere nella distribuzione dei contingenti di personale, con particolare riferimento alla necessità di ridurre, in coerenza con i principi di professionalizzazione del personale, l’area prima, con la conseguente allocazione, sulla base del processo sopra delineato, del personale in area seconda. Dai dati in nostro possesso le carenze negli organici a seguito della introduzione della citata “quota 100” determineranno, entro il 2021 una vacanza che si aggirerà intorno al 50% del personale in servizio (circa 20 mila unità). Abbiamo chiesto più volte all’Amministrazione di fornire i dati tendenziali con riferimento alle uscite previste nel triennio con la parametrazione dei profili professionali al fine di comprendere come sarà articolato

il piano assunzionale previsto dalla vigente normativa ed anche in questo caso non abbiamo ricevuto alcuna risposta, a parte un continuo rimpallare tra parte politica e quella amministrativa su chi debba fornire una informazione dovuta e prevista dalle vigenti norme contrattuali.
Infine il permanere di una inaccettabile sacca di precariato, formato dai cosiddetti tirocinanti, ed il continuo ricorso a processi di esternalizzazione ingiustificata negli Uffici Giudiziari, problemi per i quali sono ancora sconosciuti i criteri per la loro risoluzione, nell’ambito del piano assunzioni previsto per il triennio, al di là dei generici impegni assunti nel corso dei pochi confronti con la parte politica.

NEANCHE UN CENTESIMO DI RIFINANZIAMENTO PER IL FUA DELLA GIUSTIZIA È STATO PREVISTO DALLA LEGGE DI BILANCIO, MENTRE PER ALTRI MINISTERI LA MEDESIMA LEGGE HA DISPOSTO, in alcuni casi, ANCHE IL RADDOPPIO DEL FUA. Tale
circostanza non solo manterrà il salario accessorio ai minimi storici (in alcuni dipartimenti non si supereranno i cento euro di media all’anno pro capite) ma pregiudicherà per il futuro ulteriori progressioni economiche, se non si porrà rimedio. Tutte le proposte avanzate dalle scriventi organizzazioni sindacali per realizzare il rifinanziamento del FUA a “costo zero” per la casse dello Stato (reinternalizzazione del recupero delle spese di giustizia e delle pene pecuniarie, Fondo Unico Giustizia, aumento del contributo unificato) non hanno avuto alcun riscontro. La trattativa sul FUA 2018, appena iniziata, si è fermata senza alcuna motivazione. Quel poco che è stato definito (firma dell’accordo sulle progressioni economiche 2018 e firma dell’accordo FUA 2017) costituisce solo una coda contrattuale di quanto concordato con la precedente amministrazione.

Le criticità non si fermano all’organizzazione giudiziaria. Nell’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA e nella GIUSTIZIA MINORILE E DI COMUNITÀ rimane impregiudicata la questione della ritenuta della indennità di amministrazione operata retroattivamente per le assenze dal servizio causate dalla malattia. Invece di impedire il perpetuarsi di quest’autentica vigliaccata nei confronti dei lavoratori penitenziari nel DAP il Capo Dipartimento è impegnato a stravolgere l’organizzazione degli uffici centrali imponendo una rotazione degli incarichi anche al personale delle qualifiche non dirigenziali, senza coinvolgere le organizzazioni sindacali e la RSU. Eppure gravissima è la situazione in questi dipartimenti anche a causa della recente e radicale riforma organizzativa degli stessi, realizzata a parità di risorse ossia senza investimenti. La carenza di personale nelle figure professionali dell’assistente sociale, dell’educatore, dei contabili e dei funzionari contabili, del funzionario dell’organizzazione e delle relazioni, dell’assistente tecnico e dell’assistente informatico è così pesante che sta mettendo in ginocchio le due amministrazioni. Poco o nulla si sa sulle reali intenzioni del Ministero in tema di politica degli organici nel penitenziario. Nulla si sa sulle risorse che lo stesso vorrà investire in particolare nel settore della Esecuzione Penale Esterna, abbandonato a se stesso anche dopo le riforme del fine pena, e sull’informatica penitenziaria, che va tutelata nella sua specificità. Nulla si sa sulle misure che il Ministero vuole adottare per valorizzare il personale in servizio, per stabilizzare i lavoratori perdenti sede a causa di riorganizzazioni, accorpamenti e soppressione di istituti, per realizzare una “compensazione” di personale tra dipartimenti. Nessuna risposta, infine, è stata data alla richiesta di applicazione dell’art. 21 quater L.132/15 anche ai contabili, agli assistenti informatici e linguistici ed agli assistenti di area pedagogica del penitenziario.

Non meno drammatica è la situazione degli ARCHIVI NOTARILI. Questa amministrazione, unica a subire per intero il taglio degli organici previsto dalle leggi sulla spending review, anche a causa di un incremento considerevole delle competenze soffre di un grave sottodimensionamento dell’organico. Quest’ultimo, infatti, è pari a 520 unità ed è del tutto insufficiente a garantire la funzionalità degli uffici (un Ufficio Centrale, due uffici ispettivi, 91 archivi distrettuali, di cui 11 dirigenziali e 17 sussidiari). Nessuna iniziativa è stata adottata dal Ministro per incrementare l’organico degli archivi notarili e neppure per incrementare l’importo complessivo del FUA,

operazione quest’ultima che, in una amministrazione finanziariamente autonoma e ricca, come gli archivi notarili, richiederebbe un unico requisito: la volontà politica di realizzarla!!!

FP CGIL, CISL FP e UIL PA denunciano infine la crisi delle relazioni sindacali. Mentre l’amministrazione, nelle poche riunioni di contrattazione che si sono tenute, ha ostinatamente convocato organizzazioni sindacali non legittimate a partecipare secondo le previsioni della normativa vigente e secondo le specifiche pronunce dei giudici del lavoro, tutte le richieste inoltrate per risolvere i problemi della giustizia attraverso un confronto costruttivo e per tutelare i diritti dei lavoratori sono rimaste lettera morta. Anche l’ultima richiesta di incontro, inviata con nota riservata direttamente al ministro, non ha avuto alcun esito.

FP CGIL, CISL FP e UIL PA ritengono di non poter rimanere ferme rispetto a questa pessima gestione della Giustizia e, per tale motivo, nell’interesse dei lavoratori e degli stessi cittadini, proclamano lo

STATO DI AGITAZIONE
DI TUTTO IL PERSONALE DELLA GIUSTIZIA

come prima iniziativa volta a raggiungere il rispetto degli accordi presi, la tutela dei diritti dei lavoratori e delle prerogative sindacali, la piena funzionalità della Giustizia.

Nei prossimi giorni definiremo le ulteriori iniziative di protesta.

Roma, 7 marzo 2019

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